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Referendum costituzionale, i punti, i pro e i contro

Il referendum costituzionale che si terrà a fine novembre segnerà non solo uno storico cambiamento della Costituzione italiana, bensì deciderà il futuro del governo Renzi e la sua carriera del premier nel mondo della politica.

Dapprima fissato per ottobre, il governo ha poi deciso di posticiparlo a fine novembre, in modo da avere più tempo per organizzare una campagna elettorale convincente, per quella fetta di italiani ancora indecisi.

I cinque punti del referendum costituzionale, riforma del Senato :

Una vittoria del sì segnerebbe la fine del bicameralismo perfetto, togliendo al Senato la responsabilità di dare la fiducia al Governo, oltre che approvare o respingere una legge. La Camera si troverebbe dunque con una maggiore autonomia e poteri.

I ruoli del nuovo Senato:

I 100 membri che comporranno il Senato potranno solamente proporre modifiche alle leggi in discussione alla Camera, mentre manterranno il diritto di voto su referendum, riforme costituzionali, ddl riguardanti le minoranze linguistiche e normative europee e per l’elezione del Capo dello Stato e la nomina dei giudici costituzionali. I senatori saranno nominati dai consiglieri regionali e dai sindaci, non più dai cittadini.

Titolo V della Costituzione:

La modifica del titolo V prevista dal referendum costituzionale porterà una riduzione dell’autonomia regionale, togliendo quindi gran parte delle responsabilità che torneranno al potere centrale.

Alle regioni italiane rimarrebbe la responsabilità riguardo la sanità, ma verrebbero eliminati molto oneri che hanno creato troppi problemi in passato.numeri del referendum

Oltre alla cancellazione delle province, la riforma prevede maggiore chiarezza sulla riforma del 2001, che aveva creato molti dubbi e ritardi nell’applicazione delle norme.

Elezione del Presidente della Repubblica:

Il Capo dello Stato sarà eletto da Camera e Senato in seduta comune, ma non ci saranno i 58 delegati regionali come previsto dall’attuale regolamento. Sarà necessaria la maggioranza dei due terzi fino alla quarta votazione, in seguito si abbasserà ai tre quinti mentre dal nono scrutinio basterà la maggioranza assoluta.

Abolizione del CNEL e modifiche al referendum:

La riforma prevede l’eliminazione del Comitato Nazionale dell’Economia e del Lavoro, il quale conta 64 consiglieri. Il CNEL era un organo consultivo con la funzione di proporre disegni di legge. Viene introdotto poi il referendum propositivo, con il quale si potrà proporre nuove leggi.

Sì o no?

Le ragioni del sì e del no sono numerose e varie. I comitati che appoggiano il referendum costituzionale mostrano la possibilità di risparmio derivante dalla riduzione dei senatori, i quali non percepiranno uno stipendio per il loro lavoro, ma solo un rimborso spese. Anche l’eliminazione del CNEL e delle province porterà un minor contributo da parte dei cittadini.

L’eliminazione del Senato diminuirà poi l’iter di una legge, che dovrà essere approvata solo da una Camera. La modifica del Titolo V, infine, eviterà conflitti tra Stato e regioni.

Il comitato per il no invece sostiene che la riforma crei una maggiore confusione a livello centrale oltre a un aumento del potere del governo, che diventerà più autoritario, limitando invece il confronto parlamentare. Inoltre, il risparmio (stimato in alcune centinaia di milioni di euro) non sarebbe significativo.

I numeri del referendum:

L’ultimo sondaggio, eseguito ad agosto, indica uno scetticismo negli italiani riguardo il referendum costituzionale ma la voglia di cambiare porta il sì in testa. Il 40% degli aventi diritto al voto voteranno a favore, mentre il 33% voterà no. Il 27% non ha ancora preso una decisione.

 

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