Un caseificio è uno stabilimento dove avviene la trasformazione del latte in burro, in formaggio o in mozzarelle. Si tratta quasi sempre di locali molto ampi e spesso dotati anche di spazio dedicato all’allevamento degli animali.
Negli ultimi anni però sta prendendo sempre più piede la moda del minicaseificio, ovvero un posto molto più piccolo che si occupa esclusivamente della trasformazione del latte in prodotto finito.
Scegliendo di investire in un caseificio avrai quindi la possibilità di scegliere se investire una somma di denaro abbastanza bassa o alta, in base alle tue possibilità, riuscendo comunque a realizzare il tuo progetto.
Cos’è un minicaseificio?
Come abbiamo già detto è un nuovo modo di investire senza dover spendere molto denaro e questa nuova idea si sta diffondendo sempre di più in ogni parte d’Italia, soprattutto nei ristoranti che intendono offrire ai propri clienti prodotti di qualità, freschi e preparati al momento.
Per aprire un minicaseificio non occorrerà avere grandi spazi a disposizione, l’investimento più grande riguarderà per di più l’attrezzatura che servirà per le seguenti fasi:
- riscaldamento della materia prima: il latte;
- coagulazione in cagliata;
- rottura ed agitazione della cagliata;
- travaso in stampi idonei;
- raccolta del siero;
- salatura dei formaggi;
- maturazione e stagionatura che avviene in apposite celle.
L’esperienza
Certamente il primo requisito per aprire un caseificio è quello di saper trasformare il latte conoscendo tutte le tecniche di lavorazione, sarà quindi fondamentale frequentare un corso di specializzazione per caseari. Questi corsi vengono organizzati nella maggior parte dei casi dalla Regione di appartenenza ed è quindi importante essere sempre attenti ai futuri corsi, scegliendo quello più adatto alle proprie esigenze.
Qualora fosse possibile è anche consigliato cercare di osservare il lavoro svolto direttamente in un caseificio della tua zona e magari facendosi assumere, anche per un breve periodo di tempo, in modo da fare quanta più esperienza possibile imparando tutte le nozioni necessarie a svolgere al meglio il proprio lavoro.
Aspetti Burocratici per l’Apertura di un Caseificio
Dopo aver acquisito tutte le conoscenze legate al lavoro, sarà il momento di dedicarsi a tutta la parte burocratica che riguarda la documentazione.
L’apertura della Partita Iva sarà il primo passo insieme a quello dell’apertura di una posizione INPS e Inail per il pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali
Successivamente dovrai inviare la Scia, ovvero la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, presso il Comune in cui sarà situato il nuovo caseificio e richiedere l’autorizzazione per l’esposizione dell’insegna qualora fosse necessaria.
Fondamentale è anche riuscire ad ottenere tutte le autorizzazioni necessarie tra cui la SAB e l’HACCP: si tratta di documenti necessari alla manipolazione e somministrazione di cibi e bevande che è richiesta sia ai proprietari che ai gestori. Sono esonerati dall’ottenimento del documento SAB tutti coloro in possesso di un diploma alberghiero, laurea tecnico-scientifica o esperienza, negli ultimi 5 anni, di almeno due anni in settori in cui è prevista la somministrazione di alimenti. Nessuna eccezione invece per la documentazione relativa all’HACCP. Infine, ma non meno importanti, vi sono tutte le autorizzazioni da parte dell’ASL sulle normative igienico sanitarie.
Quali sono i Costi per l’Apertura di un Caseificio?
Ovviamente molto dipenderà dalla grandezza del caseificio che si intende avviare. Ci sono diversi costi fissi che inizialmente dobbiamo valutare. Tra i costi fissi troviamo, per esempio, l’affitto del locale o la rata del mutuo (se lo abbiamo acquistato), le attrezzature, la materia prima per lavorare i primi prodotti, il canone di eventuali software per la gestione del caseificio, l’acquisto di uno o più furgoni per le consegne (o il costo del noleggio se si prenderanno in leasing).
Una volta considerando il locale, l’attrezzatura, l’assunzione del personale ed i costi iniziali legati alla parte burocratica si andrà da un minimo di 20.000 euro per un minicaseificio senza punto vendita, fino a raggiungere somme di oltre 100.000 euro per caseifici più grandi.