C’è chi ama la montagna e chi ama il mare. C’è chi ama il calcio e chi invece lo detesta. C’è chi ama il dolce e chi ama il salato. Ebbene, per quanto riguarda la preferenza tra il dolce e il salato pare che nel caso in cui quest’ultima sia a favore del secondo, tutto dipende dal proprio codice genetico.
A svelarlo è stata una delle tante ricerche con cui la scienza cerca di fare luce su aspetti della vita quotidiana che pur sembrando marginali, in realtà non lo sono affatto.
La passione per il salato dipende dall’albero genealogico
Tutti sono a conoscenza del fatto che vi sono persone che preferiscono un buon dolce a qualcosa di salato e altri la cui preferenza è invece decisamente per alimenti del secondo tipo. E alla base della preferenza per il salato a discapito del dolce vi è, a quanto pare, una motivazione genetica.
A svelarlo è una ricerca effettuata da alcuni scienziati americani, i quali hanno avuto modo di presentare i risultati del proprio lavoro ad uno dei tanti simposi della scienza e precisamente a New Orleans, nel corso degli incontri rientranti nelle Sessioni Scientifiche annuali dell’American Heart Association. Stando ai primi risultati della ricerca vi sono alcune comuni varianti di tipo genetico che vanno ad incidere sulle possibilità di eccedere con il sale.
Ciò che ha colpito molto il mondo della scienza è il fatto che la parte di codice genetico coinvolta è un gene già noto per il fatto di incidere, nelle stesse varianti, sulla percezione del gusto amaro. Questa ricerca quindi pone l’accento su un aspetto molto interessante: la scienza mette “nero su bianco” il fatto che se si mangia in modo non corretto, la responsabilità è anche da ricercare nel proprio codice genetico.
Una ricerca che apre scenari interessanti
Uno dei membri dell’equipe che ha condotto la ricerca ha voluto porre l’accento sul fatto che l’idea che fattori genetici possano condizionare quella che è la percezione dei sapori e le preferenze a tavola, risulta idea non ancora ovvia per molti esponenti del mondo della scienza.
Gli scienziati che hanno condotto questa ricerca sono arrivati alla conclusione che chi ha nel proprio DNA una delle varianti più diffuse del gene che porta a preferire il salato, sarà tendenzialmente portato a non essere troppo attratto da cibi come i vegetali “a foglia lunga”.
La ricerca ha preso in esame le prassi alimentari di circa 400 persone la cui età media era di circa 50 anni ed è arrivata alla conclusione che le persone nel cui codice genetico era presente il gene “TAS2R38” a cui si è accennato prima, avevano l’abitudine di ingerire dosi di sodio più alte rispetto a quelle che sono solitamente consigliate dagli esperti.
Quali vantaggi da questa ricerca?
A detta degli autori dello studio, che pone ancora una volta la scienza in prima linea nella tutela della salute, una scoperta come questa, con la quale è venuto alla luce come i geni possono condizionare in qualche modo le papille gustative, potrà aiutare gli esperti a consigliare a chi ne ha bisogno, diete più salutari per preservare la propria salute, a cominciare dalla tutela del proprio sistema cardiocircolatorio.
Ma al di là della ricerca in questione, il mondo della scienza ribadisce ancora una volta come eccedere, sia con il dolce che con il salato, sia controproducente per il proprio organismo e invita a fare uso moderato del sale e a non consumare una quantità eccessiva di dolci.